Bali: Finalmente Il Sogno di Una Vita Diventa Realtà
- Giovanna Tomaselli
- 18 set
- Tempo di lettura: 3 min

Ho sempre sognato Bali. Doveva essere la meta del mio viaggio di nozze 27 anni fa, ma per una serie di ragioni pratiche, il destino ci ha portato altrove. Ora, finalmente, quel sogno è diventato realtà. Sono partita a ottobre, un mese a rischio per il clima, con la paura costante della pioggia. La sorpresa? Non ho visto cadere una sola goccia d'acqua ed è un periodo che consiglio vivamente. La temperatura è costante tutto l'anno e le piogge comunque non continue, c'è meno gente e si riesce a vedere la Bali più autentica.

L'ho sempre immaginata come un paradiso di pace e spiritualità, ma il primo impatto è stato tutto fuorché idilliaco. Sono atterrata all'aeroporto di Denpasar alle 22:40, dopo 23 ore di viaggio e senza aver chiuso occhio. L'accoglienza è stata caotica e l'umidità opprimente. Per fortuna, avevo tutti i documenti di ingresso salvati sul telefono, il che ha reso la trafila burocratica relativamente veloce. Un autista ci aspettava per portarci nel nostro hotel, a un'ora da Ubud, nel cuore della giungla.
La gentilezza che ti accoglie, l'anima che ti conquista
Una delle prime cose che mi ha colpito di Bali è stata la gentilezza autentica delle persone. Nonostante fossimo arrivati al resort oltre l'una di notte, l'accoglienza è stata calorosa e unica. Lo stesso calore ci ha accompagnato per tutto il viaggio.

La mattina successiva mi ha regalato la prima vera meraviglia: il resort sembrava sospeso tra le risaie che si estendevano davanti alla camera e la giungla lussureggiante che circondava il terrazzo. A onor del vero, non ho sfruttato molto il terrazzo per la paura dei serpenti. Appena arrivati, abbiamo trovato un tomo che raccoglieva tutte le informazioni sulla fauna locale, con tanto di foto del pitone reticolato. Eppure, aprire la finestra e ascoltare i suoni della giungla, ammirando una vegetazione così rigogliosa, è stata un'emozione incredibile.
Potrei elencarvi tutti i luoghi che ho visitato, ma questo non renderebbe giustizia alle sensazioni che ho provato in quei giorni. A Bali, ho camminato in bilico tra una spiritualità profonda e la storia millenaria di questo popolo. Ho capito che a Bali è sempre festa, o la si celebra o la si attende.
Kuningan: la festa dei colori e dei sorrisi

Il mio soggiorno è coinciso con la festa di Kuningan, che celebra il ritorno degli spiriti degli antenati nei cieli. Numerose piccole processioni, dove il giallo era il colore predominante, hanno riempito le strade già trafficate. Sorrisi cordiali e canti accompagnavano giovani e anziani, tutti uniti dallo stesso spirito. È stato proprio questo a farmi innamorare di Bali e a rendere meno noiosi i lunghissimi tempi di percorrenza.
Il traffico è caotico e vige la legge della giungla: il primo che arriva a un incrocio lo attraversa, senza apparente logica o regola. Il mio consiglio è di affidarsi a un autista locale. Guidare in macchina è già un'impresa, ma un motorino, anche se è un'esperienza unica, ti costringe a incrociare le dita e sperare che tutto vada bene.
La fine del viaggio: il relax
La vacanza si è conclusa con qualche giorno di relax al mare a Nusa Dua. La zona non è la più autentica di Bali, ma la spiaggia è ben tenuta e il mare è molto tranquillo. Se cercate una pausa marittima più vivace, la costa ovest è l'ideale per il surf e la vita mondana.
Bali mi ha conquistato per la sua anima, non per le sue attrazioni. A Bali si va per la cultura, la natura e solo poi per il mare! Mi ha insegnato che la vera bellezza di un viaggio si trova nelle emozioni, nelle persone e nelle scoperte inaspettate. E tu, hai mai provato un'esperienza di viaggio che ha superato ogni tua aspettativa?



